Luoghi

luoghi dell'anima

Ariel Francy

5/8/20242 min read

Il parco

Sulla strada in autunno passeggia un vecchietto

Ondeggia assonato raccolto nel berretto

I suoi passi borbottano la voce dal ventre

È un dialogo tra sé suonato da un’orchestra

Una mamma trascina un bimbetto svogliato

L’ombrello, lo zaino, la borsetta e il cappotto

Assieme camminano ma sembran tutt’uno

Uno schizzo di un artista, uno sbuffo di fumo

La ragazza attorcigliata nella sciarpa colorata

Con i tacchi a punta larga e la borraccia abbinata

Si muove insicura per la strada quotidiana

Ricacciando nella gola i suoi sogni da strana

La scopa che si muove a ritmo lento sulle foglie

Accarezza il marciapiede con un fare molto lieve

e la mano che la tiene è rugosa ma bonaria

sta serena e tiene il ritmo anche quando il vento infuria

L’uccellino, lo scoiattolo, il cestino e la panchina

La foglia rosso fuoco e la brezza mattutina

Mi fermo e prendo fiato riempiendomi la testa

di un aroma di caffè, chiacchiericcio e burro fuso

Non c’è altro che vorrei per sentirmi meno sola

Che vedere questo parco dare vita a ogni cosa

Nelle piccole fessure di questa vita passeggera

C’è il segreto della vita che piano piano ti colora.

L’OROLOGIO DELLA STAZIONE

Quando fa così caldo sento sciogliermi dentro,

ed aspetto l'inverno che il freddo mi inchiodi

senza sole una pausa mi riporta alla vita

e mi fa compagnia fino alle gemme a primavera.

La mia vita è scandita dal ticchettio delle lancette,

dalle partenze e dagli arrivi e dagli sguardi della gente.

Tutti guardano, sospirano, imprecano e riguardano,

e le chiacchiere al quale non ho tempo di andare.

Quel giorno lo ricordo girando sopra e sotto

Imbacuccata nella sciarpa più grande del suo viso,

mi guardava una ragazza cercando una risposta

a una domanda che a fatica si sforzava di cacciare.

Lei è fissa nei miei battiti non si muove è senza tempo

Cosa aspetti dolce sguardo quando il tempo è un’attesa

E le azioni già pensate sono ferme nella mente

Guarda qui come io mi muovo regolare senza errori

Quindi muoviti, ragazza incantata persa dentro!

Se ti perdi qualcuno è costretto a cercarti.

Scova dentro te stessa un ricordo di vita

Non restare così ferma a guardarmi girare

Un secondo mi ricorda che è passato già del tempo

Un bambino corre addosso alla ragazza imbacuccata

Lui le scuote la figura tira forte i suoi vestiti

Ma lei resta ferma immobile, è già persa la pover’anima?

Due secondi di terrore guardo fisso da quella parte

Il secondo batte forte e le ciglia hanno un fremito

Un respiro rompe il velo e la sua testa guarda in giù

Si è svegliata la ragazza, col bambino a braccia in su.

Il rumore della gente ricomincia a fraseggiare

Le persone vanno ferme verso tutte le direzioni

Lei si attiva gradualmente col bambino alla sua mano

E scompare lentamente tra la i colori del mio sguardo.


anche a noi.

IO TI APPARTENGO LAGO

Arrivare a godere della tua riva seducente

è svegliarsi ogni giorno con un diverso amante

Ogni mattina, ogni luna piena, ogni temporale

Restando intenso tu pur cambi colore

La paura del cielo che tuona l’estate

il turbamento di voler essere nella tua pace

Rimango ferma sotto a un rumore improvviso,

nell’abbaglio improvviso d’un lampo di luce.

Per non perdere, io voglio, nulla di te

Per esserci a fremere d’eccitazione sul viso

Camminando lungo l’acqua verso sera,

il buio che avanza è sentirti parlare.

Luna piena non voluta che col dito tuo disegni

la sua pelle increspata dall’ondine della sera

dal suo collo ai miei piedi la scia dorata

sei tu che m’inviti benevolo a scoprirti

col tuo profumo di acqua profonda,

schietta fredda senza sale e rotonda

di vento, di sassi e di legno bagnato

io sono qui e non ho niente, lago.

Non son più solo quello che vedi

Ci sono per te che riesci a guardami

Accoglimi lago non ho altro nel cuore

Dal mondo io esco e non sento rumore.


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